Lavorazione del Corallo

Il corallo non è un minerale, ma una sostanza organica composta dallo scheletro calcareo di migliaia di polipetti che vivono in colonia nelle acque calde dai cinquanta ai duecento metri di profondità. Lungo la costa del Mediterraneo, si pesca da secoli il corallo migliore. Il suo colore è rosso in svariate tonalità, salmone rosa e bianco. La composizione chimica del Corallo è carbonato di calcio + magnesio + sostanze organiche. Le tinte più preziose sono il rosso cupo, detto moro, e il rosa pallido soprannominato pelle d’angelo.

Il Corallo si lavora quasi esclusivamente a Torre del Greco, sia per tradizione che per cultura:

- I pescatori che, fin dal Cinquecento, si spingevano verso il largo della Corsica e della Sardegna per pescare la preziosa pietra che poi sarebbe diventata il simbolo costitutivo della Società e simbolo di gioielli nobili dei Borboni;

- Dal primo ottocento ai giorni nostri, Torre del Greco ha legato il suo nome alla preziosa gemma, alla sua lavorazione e alla sua florida esportazione fino ad essere denominata “Spugna d’Oro del Regno di Napoli” da Re Ferdinando IV di Borbone.

La filiera di produzione parte senz’altro dal lavare il Corallo per eliminare il placton che ricopre il Corallo, per una visualizzazione più dettagliata del colore, della qualità e delle dimensioni. In realtà, l’artigiano non sceglie i pezzi di grezzo in base alla lavorazione che vuole effettuare, ma il più delle volte deve effettuare una specifica lavorazione in base al Corallo che ha davanti. Dopodiché si passa ad una prima selezione dei coralli che andranno tagliati, tramite una lavorazione particolare di un macchinario con lamerino e acqua sia per produrre sfere, oppure cabochon e qualcosa anche per incidere.

Dopodichè si procede all’arrotondatura, sempre in modo manuale, con un macchinario chiamato mole smerigliata, sempre con acqua, ed in base alla bravura e sapienza degli artigiani verranno spianati e poi arrotondati dandogli la forma desiderata.

Per alcuni tipi di produzione, c’è bisogno che questi vengono bucati, a foro passante o mezzo buco. In passato questa fase veniva effettuata con uno strumento a forma di arco con punta di acciaio, oggi invece, questo strumento lascia il posto a macchine semi-automatiche che ci permettono di risparmiare tempo e con una qualità superiore.
Dopo questa trasformazione del prodotto arriva la lucidatura, che avviene in barilotti di lattice o caucciù, che con l’acquisizione di pomice e fatto girare 24-36 ore, il prodotto esce lucidato.

Dopo la selezione del prodotto finito sia per qualità che per colori, si andrà ad infilare il Corallo sia per le collane o per cabochon per montare orecchini oppure anelli. Si tiene presente che del Corallo non si butta nulla, anche le frange servono per fare collane, bracciali o ciondoli di Corallo.

Per quanto riguarda invece, le incisioni, l’artigiano arrotonda il prezzo grezzo di Corallo dando una forma arrotondata al pezzo, passa poi alla messa in pece del pezzo di Corallo su delle asticelle di legno (fusi) con del mastice caldo, che permetterà all’artigiano di manipolare con facilità il pezzo. Comincia quindi ad incidere il corallo grazie all’uso di strumenti di precisione, come burlini o motorini elettrici, dando spazio alla propria fantasia, guidato ed ispirato dal ramo di Corallo stesso. Poi si passa alla fase di depurazione e pulitura come il corallo liscio che darà allo stesso prodotto la sua lucentezza.

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